Weekly Playlist N.16 (2020)

 

Leggere interviste a gruppi estremi italiani senza provare un certo imbarazzo sia per le domande poste che per le risposte date è impresa sempre più ardua oggidì, ma ogni tanto qualcuno si prende la briga di andare oltre alle classiche “come vi siete trovati nello studio di Renzo Arbore?” e “quanto ha influito Fabri Fibra sulla vostra scrittura?” (alle quali si aggiunge l’inevitabile quesito finale per scatenare polemica “come mai nessuno vi s’incula?”). Di certo, per una buona riuscita finale è necessario anche un interlocutore poco incline alla fuffa, coinciso e con la stessa passione per ciò che suona come quella dimostrataci da Abibial due settimane fa, e pertanto l’intervista con il lider maximo degli orobici Imago Mortis ci ha tolto delle belle soddisfazioni – non ultima quella di dare un ulteriore contributo alla promozione dell’eccellente Ossa Mortuorum… E Monumentis Resurrectura”.
Siccome però non c’è due senza tre (eccezione fatta per Nordland”, purtroppo), martedì è apparsa su questi schermi anche l’inevitabile, effettiva recensione interamente dedicata a quello che già fu l’assoluto showstealer di gennaio, pronta a sviscerarne gli ultimi dettagli rimasti all’oscuro e a servire oggi da pretesto per l’inserimento nel lotto settimanale di “Pactum Est…”.
Nel frattempo siamo già al 30 aprile e la redazione di Pagan Storm Webzine è come al solito impegnata nel recupero di tutta la roba passata attraverso le sue strette reti durante questo mese, con il pescato di questa settimana proveniente dai mari attorno all’Australia e dai fiumi della Finlandia: sul bancone dello staff sono quindi esposti innanzitutto Ablaze”, sophomore record degli Order Of Orias nella forma del singolo “Raging Idols”, e The Womb Of Zero”, debut album del progetto Bythos (gente di Horna e Behexen di nuovo a far casino) a voi introdotto dal mid-tempone “Omega Dragon”. E chi di voi volesse sfruttare al meglio quelli che si spera siano gli ultimi giorni di quarantena totale può tranquillamente restarsene in Finlandia e magari recuperare il nuovo disco uscito a marzo dei Korgonthurus, intitolato Kuolleestasyntynyt” e dal quale state probabilmente per sentire “Riivattu”; se invece vi preme il futuro della musica di Satana anche in questi tempi balordi non avete che da spostarvi in Germania, dove i sei minuti di carica elettrica (più due di coda Ambient) contenuti in “As Cathedrals Drowned In Flames” presentano nel modo più giusto l’esordio degli Slagmark in arrivo durante questa primavera, simpaticamente intitolato Purging Sacred Soils”.
Quattro nuovi lavori già usciti ed uno ancora senza release date saranno anche poco ma non sono affatto l’unica via possibile per magnificare i favolosi anni 2000, dato che questa playlist l’abbiamo equamente divisa tra pezzi freschi di conio e ascolti redazionali con non più di un ventennio scarso sul groppone: silenziate dunque il Nokia 3310 (quel cellulare a mattoncino che quelli un po’ meno svegli usano per le battute sulle registrazioni Black Metal, tanto per capirci) e recuperato questo breve riassunto in cinque atti del lato più oscuro del nuovo millennio – perché nonostante buona parte dei brani scelti rappresenti in realtà il volto più naturalistico o pagano di queste sonorità, iniziamo la carrellata a partire dal malessere dei francesi Antaeus e dall’implacabile “Words As Weapons”, proveniente dal full-length del 2006 Blood Libels”; superato tale scoglio eccoci ora nei boschi del Galles in compagnia dei misconosciuti Annwn, una pregevole realtà folkloristica dalla discografia purtroppo scarna di cui ci preme farvi conoscere l’EP del 2015, Idris Awaits”, e nello specifico l’ottima “Mountain’s Sunrise”. L’adesione ai canoni tematici ed estetici del folklore locale ed europeo non preclude ad ogni modo una buona dose di aggressività, soprattutto tra i beneamati tedeschi di Turingia che a queste cose ci hanno sempre tenuto parecchio: non fanno certo eccezione i Wolfhetan, altra creatura non proprio notissima ma già negli anni indefessamente segnalata ai nostri lettori grazie alla bontà estrema di entrambi gli album pubblicati dal 2006 ad oggi ed in particolare di Was Der Tag Nicht Ahnt”, loro secondo ed al momento ultimo disco tributato a suon di title-track; ma mentre da questo trio teutonico nulla ci vieta di aspettarci nuovi sussulti prima o poi (anzi, sembrano ormai in dirittura d’arrivo da ormai oltre due anni…), il discorso è assai diverso per i due monicker storici che rispettivamente aprono e chiudono l’odierna puntata, entrambi rimembrati con gloria ed entrambi onorati per l’occasione con i loro lasciti recanti come data di pubblicazione il 2001: la lunga marcia trionfale “Meuterei” ci ricorda la grandezza dei Nagelfar con l’ultima traccia ufficiale incisa prima del loro scioglimento, avvenuto dopo l’uscita sul mercato di quel Virus West” che chiunque è invitato a rispolverare; confidiamo invece che nessuno di voi abbia bisogno di belle quanto inutili parole spese riguardo 1184″, penultimo (capo?)lavoro dei leggendari Windir che ogni volta ci convince di ascoltare la musica più bella del mondo, anche ma non solo quando parte “The Spiritlord”.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Nagelfar“Meuterei” (from Virus West”, Ars Metalli Records 2001)

2. Korgonthurus“Riivattu” (from Kuolleestasyntynyt”, Woodcut Records 2020)

3. Antaeus“Words As Weapons” (from Blood Libels”, Norma Evangelium Diaboli 2006)

4. Imago Mortis“Pactum Est…” (from Ossa Mortuorum… E Monumentis Resurrectura”, Drakkar Productions 2020)

5. Annwn“Mountain’s Sunrise” (from Idris Awaits (EP)”, Mynydd Du Records 2015)

6. Order Of Orias“Raging Idols” (from Ablaze”, World Terror Committee 2020)

7. Bythos“Omega Dragon” (from The Womb Of Zero”, Terratur Possessions 2020)

8. Wolfhetan“…Was Der Tag Nicht Ahnt” (from Was Der Tag Nicht Ahnt”, Autoprodotto 2012)

9. Slagmark“As Cathedrals Drowned In Flames” (from Purging Sacred Soils”, Purity Through Fire Records 2020)

10. Windir“The Spiritlord” (from 1184″, Head Not Found Records 2001)

Michele “Ordog” Finelli

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